Nel 1891, dopo ulteriori lavori di ampliamento, il Politeama viene inaugurato una seconda volta, alla presenza di Re Umberto I; sulla scena il recente Otello (1887) verdiano con il tenore Tamagno.
L’edificio ha un taglio neoclassico: colonnato dorico e ionico, quadriga bronzea in cima alla facciata (come per l’Arco della Pace milanese), sala a ferro di cavallo, due ordini di palchi. Il teatro conteneva fino a cinquemila spettatori (le leggi odierne hanno però limitato la capienza a 1000 posti). I più importanti artisti lirici (cantanti e direttori d’orchestra) della tradizione operistica vi si sono esibiti.
Il teatro ospita con regolarità anche spettacoli di rivista, sia nella sua fase teatrale, sia in quella cinematografica. Così la compagnia guidata da Totò vi tiene spettacolo per ben quattro volte, nel 1922, nel 1927, nel 1946 e nel 1957. Nell’immediato secondo dopoguerra il Politeama abbandona l’attività teatrale e diventa un cinema seguendo una tendenza nazionale: i luoghi del melodramma si trasformano spesso in sedi cinematografiche, riaffermando anche per questa via la sostanziale continuità esistente tra opera lirica e racconto filmico. A Milano, ad esempio, i tre principali teatri d’opera concorrenti del Teatro Alla Scala – ovvero il Lirico, il Carcano e il Dal Verme – in epoche differenti e per periodi differenti abbandonano il teatro musicale per lo spettacolo cinematografico (vedi). Tutti e tre faranno poi ritorno all’attività teatrale e musicale negli ultimi decenni del Novecento.
Lo stesso accade al Politeama palermitano il quale, dopo trent’anni di film sospende l’attività cinematografica, anticipando gli anni della grande crisi delle monosale e dal 1974 ripristina l’originaria vocazione teatrale e concertistica, ospitando le stagioni del Teatro Massimo, chiuso per restauri dal 1974 al 1997. Dal 2001 il Politeama è sede della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana e ospita una ricca stagione concertistica. Sulla destra del teatro, in numerose foto è visibile il cinema Nazionale.