Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo fu costruito alla fine dell’Ottocento su progetto di Giovan Battista Basile e completato da Ernesto Basile, famoso re del Liberty e figlio del già citato architetto. L’ispirazione prende le mosse dal tempio greco e da altri edifici monumentali dell’arte classica.
Il risultato fu un edificio enorme, sapientemente decorato e sfarzoso, la cui ambizione era quella di gareggiare non solo con i grandi templi musicali italiani ma anche con quelli europei. Basile jr. si avvalse, non a caso, della collaborazione dei più importanti decoratori dell’epoca quali Ducrot per la boiserie ed Ettore De Maria Bergler per la pittura, mediatori del gusto floreale a Palermo. Al centro di questa vicenda, vi era la Palermo della Bella Epoque che ruotava intorno alle fortune della famiglia Florio e al suo stile di vita inimitabile, degno solo di confrontarsi con quello di una dinastia reale.
Palermo era la capitale del regno dei Florio e non poteva non avere un teatro d’opera, nuovo centro di aggregazione che costituiva, insieme, luogo di divertimento, svago, ma anche club informale per discutere di affari e politica secondo i nuovi modelli borghesi di sociabilità. Inaugurato nel 1897 con la rappresentazione di “Falstaff”, nuova opera di Giuseppe Verdi, si impose come uno dei più importanti teatri italiani per la quantità e la qualità delle opere rappresentate. Oscuratosi l’astro dei Florio, il teatro continuò la sua esistenza in un contesto meno brillante. Nel 1974, a causa di un incendio inun cinema, il Comune decise di chiudere tutti gli edifici pubblici che non possedessero adeguate norme di sicurezza.La città si Palermo avrebbe dovuto aspettare 23 anni per poter godere ancora del suo antico teatro riportato, oggi, al suo antico splendore.
Per approfondimenti, si rimanda al sito ufficiale: http://www.teatromassimo.it/il-teatro/storia.html